Conoscevamo il paese di Avise e il bellissimo castello, ma non avevamo l’occasione di provare la cucina.
All’ingresso si entra in un’austero ma affascinante salone, in cui si viene gentilmente accolti e accompagnati al piano superiore tramite un’antica scala a chiocciola in pietra. Il salone che ci accoglie é altrettanto suggestivo: grande camino, soffitto con travi in legno e mensole antiche in ferro con varie figure, accoglienti tavoli in legno massiccio. Ci si sente davvero i signori del maniero!
Menù improntato alla tradizione valdostana e alla stagionalità, carta dei vini discreta con ampio spazio alle ottime proposte locali. Scegliamo una degustazione con antipasto, primo, secondo e…basta perché ci siamo arresi: le porzioni sono davvero abbondanti e tutto molto buono. Degni di nota il Favo’ del Boniface e il Maiale Nero (buonissimo!).
Ottimo anche il vino, un naturale St. Ours di Noussan.
Prezzo assolutamente onesto, vista la qualità della materia prima e l’abbondanza delle portate.
Ci torneremo per gustare ciò che ci siamo persi.
Consigliato.
Bellissima location, imperdibile per gli appassionati di castelli medievali, avete la possibilità di pranzare o cenare in una atmosfera unica.
Menu alla carta o degustazione, piatti tipici cucinati alla perfezione.
Cordiali e molto dettagliati nella descrizione delle loro offerte.
Consigliato !
Arrivammo nel solitario borgo di Avise dopo una giornata all'insegna del relax. Le nostre aspettative riflettevano un morale non eccessivamente allegro, causato dalla dipartita di Mr. Frog e un'adunata degli alpini che aveva espiato il nostro entusiasmo.
Stagliato davanti a noi si ergeva un sontuoso castello dai richiami medievali, dinnanzi al quale una scintilla di positiva speranza accese i nostri cuori.
Intimiditi ed incuriositi al tempo stesso, decidemmo di varcarne le porte.
Ad accoglierci per primo fu un caloroso ingresso che da subito preannunciò una cucina d'altri tempi, poi una scala a chiocciola in pietra che portava i chiari segni delle orme di molteplici personaggi illustri, ed infine lei: la calorosa sala da pranzo intinsa dalla presenza degli altri commensali.
Ci sedemmo ad un massiccio tavolo di legno ed iniziammo una non immediata lettura del menù, resa ardua da una calligrafia a tratti ermetica.
La nostra scelta ricadde su un mix di antipasti della casa dal tono e sapore caratteristico della più profonda e dimenticata tradizione valdostana, la stessa che ci guidò nella scelta dei due secondi piatti di carne. Accanto al sontuoso connubio di sapori che permearono tutta la cena, ci teniamo a descrivere una pietanza spesso trascurata e mai valorizzata: il contorno.
Le patate viole che accompagnavano il coniglio hanno scatenato in noi un mix di stupore e semplice incredulità.. potremmo tranquillamente dichiarare che ne varrebbe la pena consumarle come un piatto a se stante.
Può una cena immergerti a tuttotondo nella più profonda e autentica tradizione gastronomica di una piccola comunità?
Freschi di quest'esperienza, in piena onestà di causa, possiamo solamente confermare la nostra risposta definitiva: inequivocabilmente sì.
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